Raid israeliano sulla periferia di Beirut provoca vittime. Danni gravi anche in Cisgiordania. ONU denuncia.
L’escalation di tensioni in Medio Oriente si aggrava con un raid aereo israeliano che ha colpito nelle ultime ore la periferia sud di Beirut, uccidendo almeno due persone e ferendone altre quattro. Si tratta di uno dei primi attacchi nella capitale libanese in una settimana e segue l’ordine di evacuazione emesso dall’esercito israeliano in zone considerate vicine a postazioni di Hezbollah.
Questo nuovo attacco segna un’intensificazione dei conflitti e si colloca in un quadro geopolitico di crescente instabilità, con effetti diretti anche sulla popolazione civile palestinese.
Nel frattempo, le tensioni continuano a crescere anche in Cisgiordania, dove l’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) ha denunciato la distruzione del proprio ufficio nel campo di Nur Shams, nel nord del territorio. Questa struttura forniva servizi essenziali come istruzione, sanità e assistenza sociale a oltre 14.000 rifugiati palestinesi.
Durante le operazioni israeliane, anche strade, reti idriche ed elettriche sono state gravemente danneggiate, peggiorando ulteriormente le condizioni di vita di migliaia di persone.
Attacco all’ufficio Unrwa in Cisgiordania, una crisi umanitaria crescente anche a Beirut
L’Unrwa è da tempo una delle principali agenzie internazionali impegnate nel supporto della popolazione palestinese, e la distruzione della sua sede rappresenta un colpo significativo per l’assistenza umanitaria nella regione. Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, ha affermato che questo attacco compromette i diritti fondamentali dei rifugiati palestinesi, considerandolo una minaccia diretta alla protezione delle infrastrutture umanitarie.
Oltre alle infrastrutture fisiche, l’agenzia deve ora affrontare la crescente difficoltà di continuare le proprie attività dopo l’approvazione di una legge israeliana che ne limita l’operato in diversi territori.
Relatore ONU: “Il blocco all’Unrwa è una condanna a morte per i palestinesi”
Michael Fakhri, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione, ha recentemente denunciato la nuova legge come una “condanna a morte” per i palestinesi che si trovano in Gaza e Cisgiordania.
Secondo Fakhri, l’impossibilità di continuare le operazioni di assistenza aumenta il rischio di una crisi umanitaria catastrofica. La popolazione locale, già gravemente colpita dalle difficoltà economiche e dalla mancanza di risorse. Si trova ora in una situazione estremamente precaria senza la garanzia di accesso ai servizi di base. “Quello che stiamo vedendo oggi a Gaza non è altro che orrore e devastazione“, ha affermato.
Nel contesto di questo conflitto, il ministro della Difesa statunitense Lloyd Austin ha garantito il pieno appoggio degli Stati Uniti a Israele in caso di attacco da parte dell’Iran, sottolineando l’impegno USA nel difendere i propri alleati e contribuire alla stabilità della regione.